La mia candidatura a Rettore
dell’Università di Pavia

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L’Università di Pavia è di fatto da sempre la mia seconda casa e candidarmi a Rettore di questa istituzione, che amo profondamente, è stata una scelta difficile, che ha richiesto una ponderata valutazione di ciò che questo comporta in termini di impegno, responsabilità, dedizione e competenza, mentre convinzione e coraggio non sono mai mancati. Alla fine del percorso che mi ha portato a compiere con serena consapevolezza e grande determinazione questo passo, posso dire di essere davvero felice della decisione presa e di essere molto grato a tutti quanti mi hanno spinto in questa direzione, oltre che alle altre tantissime persone che mi sostengono e che hanno voluto contribuire con le loro idee e il loro entusiasmo a cercare di continuare con successo il processo di crescita del nostro Ateneo verso una sempre migliore realizzazione delle sue missioni.
Sono nato a Pavia nel 1977 e qui sono cresciuto, imparando a conoscere i pregi, i difetti e le enormi potenzialità di questa meravigliosa città, che necessariamente ruota intorno al suo Ateneo (per dimensioni, storia, prestigio, possibilità). Tuttavia, credo che l’Università possa e debba fare un passo ulteriore e porsi come elemento unificante per il territorio pavese, assumendo un ruolo di coordinamento di tutte le realtà (collegi, IRCCS, enti di ricerca, centri, fondazioni, associazioni, istituzioni, aziende) che la vedono come naturale minimo comune denominatore tra loro. Questo senza trascurare l’importanza del posizionamento regionale, nazionale e internazionale, che deve senza dubbio continuare a crescere per permettere al nostro Ateneo di giocare il ruolo da protagonista che merita, a tutti i livelli.
Le mie linee programmatiche sono il frutto di un lungo e avvincente percorso durato parecchi mesi e fatto di discussioni costruttive e interazioni dirette con diverse centinaia di persone, che mi hanno permesso di conoscere e approfondire problemi, consolidare – e anche a volte cambiare – le mie idee e convinzioni, elaborare soluzioni, stabilire priorità, acquisire nuovi punti di vista e sensibilità differenti.
Come inequivocabilmente definito dall’articolo 1 dello statuto dell’Università di Pavia, le finalità istituzionali dell’Ateneo sono la didattica e la ricerca e sarà mio compito fare di tutto per realizzarle con successo, ponendo grande attenzione anche ad altri elementi sicuramente molto importanti per un Ateneo di elevate aspirazioni e tradizione come il nostro, quali per esempio la terza missione (trasferimento culturale, scientifico, tecnologico), il diritto allo studio, la cura e lo sviluppo del nostro patrimonio architettonico e culturale, i rapporti col sistema sanitario, l’internazionalizzazione, l’inclusione, la sostenibilità, lo sport.
Nel realizzare quanto propongo, garantisco di mettere a disposizione dell’Ateneo, oltre al mio impegno più assoluto, tutti i miei talenti e quelli di chi si vorrà unire a me nell’affrontare questa sfida, perché servirà il contributo di tutti per ottenere risultati concreti e di rilievo. Sono infatti convinto che la valorizzazione del nostro capitale umano, l’attenzione alla persona e il senso di appartenenza alla nostra istituzione siano gli elementi fondanti da cui partire. Nel percorrere insieme all’intera comunità accademica questa strada, la mia esperienza pregressa in molti incarichi gestionali chiave (a livello di Ateneo e non solo) costituirà quella base solida che è secondo me condizione necessaria per aspirare a ricoprire con successo il ruolo per cui mi candido, ma che non è sufficiente senza idee, passione e dedizione, elementi che non sono mai mancati nel mio percorso e che a maggior ragione non farò mai venire meno nel guidare e servire la mia Università.